Sassano

Una recente, casuale scoperta di reperti risalenti all’età del Bronzo, rinvenuti nella Grotta del Pino (1994), fa di Sassano uno degli insediamenti antropici più antichi del Vallo di Diano. La grotta veniva utilizzata come luogo funerario nel periodo che andava dal XXIV al XV sec. a.C., come dimostrano gli scavi condotti nel versante meridionale del Cozzo dell’Uovo e che hanno portato alla luce decine di resti di cadaveri.
Con un certo margine di sicurezza si può affermare che la nascita del Comune avvenne intorno all’anno Mille, in coincidenza del luogo ove si stanziarono, in un primo momento, i monaci basiliani, nella zona bassa, nei paraggi dell’odierna “Fontana”, ove nacque il primo nucleo abitativo di Sassano, “La Grancia di San Zaccaria”. Col passare del tempo, il paese si sviluppò verso l’alto, nella zona collinare. Intorno alla metà del 1400 i Sassanesi reclamarono il possesso delle terre che, da memoria d’uomo, erano appartenuti ai monaci della Certosa di Padula: si trattava del fenomeno del dissalto che avrebbe caratterizzato i secoli successivi della storia di Sassano. Il ‘700 fu caratterizzato dall’incremento demografico e dal continuo bisogno di terre da coltivare, mentre con l‘800 si respirò la ventata rivoluzionaria che pervase anche il Vallo di Diano con la proclamazione della Repubblica Partenopea del 1799. Nel 1806 i Francesi spazzarono via i residui del passato, ma la diffusione della nuova cultura non attecchì subito a Sassano, come dimostrano svariate liti giudiziarie. Un altro fenomeno dell’800 che si sviluppò nella zona di Sassano, anche se in maniera contenuta, fu il brigantaggio.
Sassano presenta un ricco patrimonio di bellezze naturali da preservare e consegnare intatto alle future generazioni, come la Valle delle Orchidee che ospita ben 70 specie di orchidee naturali, delle 120 specie presenti in Italia. Percorrendo i sentieri di una natura incontaminata, ci si imbatte in una vallata di piante particolarmente evolute sul piano biologico che, oltre ad essere un elemento naturale, rappresentano anche un patrimonio culturale, in quanto laboratorio di conoscenza e di osservazione diretta.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

Una recente, casuale scoperta di reperti risalenti all’età del Bronzo, rinvenuti nella Grotta del Pino (1994), fa di Sassano uno degli insediamenti antropici più antichi del Vallo di Diano. La grotta veniva utilizzata come luogo funerario nel periodo che andava dal XXIV al XV sec. a.C., come dimostrano gli scavi condotti nel versante meridionale del Cozzo dell’Uovo e che hanno portato alla luce decine di resti di cadaveri.
Con un certo margine di sicurezza si può affermare che la nascita del Comune avvenne intorno all’anno Mille, in coincidenza del luogo ove si stanziarono, in un primo momento, i monaci basiliani, nella zona bassa, nei paraggi dell’odierna “Fontana”, ove nacque il primo nucleo abitativo di Sassano, “La Grancia di San Zaccaria”. Col passare del tempo, il paese si sviluppò verso l’alto, nella zona collinare. Intorno alla metà del 1400 i Sassanesi reclamarono il possesso delle terre che, da memoria d’uomo, erano appartenuti ai monaci della Certosa di Padula: si trattava del fenomeno del dissalto che avrebbe caratterizzato i secoli successivi della storia di Sassano. Il ‘700 fu caratterizzato dall’incremento demografico e dal continuo bisogno di terre da coltivare, mentre con l‘800 si respirò la ventata rivoluzionaria che pervase anche il Vallo di Diano con la proclamazione della Repubblica Partenopea del 1799. Nel 1806 i Francesi spazzarono via i residui del passato, ma la diffusione della nuova cultura non attecchì subito a Sassano, come dimostrano svariate liti giudiziarie. Un altro fenomeno dell’800 che si sviluppò nella zona di Sassano, anche se in maniera contenuta, fu il brigantaggio.
Sassano presenta un ricco patrimonio di bellezze naturali da preservare e consegnare intatto alle future generazioni, come la Valle delle Orchidee che ospita ben 70 specie di orchidee naturali, delle 120 specie presenti in Italia. Percorrendo i sentieri di una natura incontaminata, ci si imbatte in una vallata di piante particolarmente evolute sul piano biologico che, oltre ad essere un elemento naturale, rappresentano anche un patrimonio culturale, in quanto laboratorio di conoscenza e di osservazione diretta.

Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore

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