Salerno, Campania
Sant’Arsenio è una graziosa località che si propone, lungo la dorsale appenninica della provincia di Salerno, come porta d’ingresso del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il nucleo urbano principale si sviluppa intorno all’impianto originale medioevale, mentre le aree esterne si presentano frammentate, secondo le antiche divisioni feudali. Malgrado le numerose ricerche storiche, l’origine di Sant’Arsenio è ancora incerta, anche se si associa la venuta dei monaci italo-greci alle vicende del primo insediamento nel punto più alto del paese, il Serrone. L’unica data certa è il 1136, anno in cui fu redatto un importante documento che stabiliva l’appartenenza del Casale allo Stato di Diano. Da quel momento Sant’Arsenio entra a far parte della dominazione dei Guarna e, poi, dei Sanseverino per la giurisdizione civile e criminale, mentre viene affidato alle cure dell’abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni per la giurisdizione religiosa. Il Seicento è un secolo buio, sia per la piaga della peste del 1656, sia per il fenomeno del brigantaggio locale ad opera del concittadino Tittariello. Infatti, il suo scorazzare nell’intero Vallo di Diano fece acuire le preoccupazioni del Vicerè, tanto da indurlo a inviare le truppe per reprimerne le azioni. Il Settecento, invece, segna una svolta positiva per il paese, soprattutto dal punto di vista artistico. Sono di questo periodo i Palazzi nobiliari D’Aromando e Cafaro, e le cappelle del Carmine, di San Sebastiano, di San Rocco e di San Tommaso. L’Ottocento ricondusse il paese ad una depressione economica e sociale: ancora brigantaggio, poi il terremoto del 1857 che distrusse gran parte del paese, fino ad arrivare all’emigrazione verso le Americhe dei primi anni del Novecento. Solo nel dopoguerra, Sant’Arsenio ha ripreso la sua vitalità e ha conosciuto un consistente sviluppo urbanistico, che lo vede oggi come un tranquillo e sereno luogo di soggiorno e di vacanza.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
Sant’Arsenio è una graziosa località che si propone, lungo la dorsale appenninica della provincia di Salerno, come porta d’ingresso del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Il nucleo urbano principale si sviluppa intorno all’impianto originale medioevale, mentre le aree esterne si presentano frammentate, secondo le antiche divisioni feudali. Malgrado le numerose ricerche storiche, l’origine di Sant’Arsenio è ancora incerta, anche se si associa la venuta dei monaci italo-greci alle vicende del primo insediamento nel punto più alto del paese, il Serrone. L’unica data certa è il 1136, anno in cui fu redatto un importante documento che stabiliva l’appartenenza del Casale allo Stato di Diano. Da quel momento Sant’Arsenio entra a far parte della dominazione dei Guarna e, poi, dei Sanseverino per la giurisdizione civile e criminale, mentre viene affidato alle cure dell’abbazia della SS. Trinità di Cava de’ Tirreni per la giurisdizione religiosa. Il Seicento è un secolo buio, sia per la piaga della peste del 1656, sia per il fenomeno del brigantaggio locale ad opera del concittadino Tittariello. Infatti, il suo scorazzare nell’intero Vallo di Diano fece acuire le preoccupazioni del Vicerè, tanto da indurlo a inviare le truppe per reprimerne le azioni. Il Settecento, invece, segna una svolta positiva per il paese, soprattutto dal punto di vista artistico. Sono di questo periodo i Palazzi nobiliari D’Aromando e Cafaro, e le cappelle del Carmine, di San Sebastiano, di San Rocco e di San Tommaso. L’Ottocento ricondusse il paese ad una depressione economica e sociale: ancora brigantaggio, poi il terremoto del 1857 che distrusse gran parte del paese, fino ad arrivare all’emigrazione verso le Americhe dei primi anni del Novecento. Solo nel dopoguerra, Sant’Arsenio ha ripreso la sua vitalità e ha conosciuto un consistente sviluppo urbanistico, che lo vede oggi come un tranquillo e sereno luogo di soggiorno e di vacanza.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
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