Salerno, Campania
Il territorio di Sanza è caratterizzato da due catene montuose: il Monte Cervati che, con i suoi 1898 mt è la cima più alta della regione, ed il gruppo Monte Centaurino, attraversato da numerosi corsi d’acqua, tutti affluenti del fiume Bussento.
Ancor prima della presenza lucana e romana, l'abitato di Sanza rivestì notevole importanza strategica e commerciale come passaggio lungo l'antica via del sale che collegava la costa col sud del Vallo di Diano.
Il popolo lucano dei Sontini, menzionati dal naturalista romano Plinio il Vecchio, induce a credere che l'abitato in epoca lucana e romana si chiamasse Sontia e che sorgesse in contrada Agno, dove in effetti sono venuti alla luce vasellame lucano e pietre tombali romane.
Nel Medioevo l'abitato si chiamò Sansa, ospitò una comunità di monaci nella grancia di S. Maria de Siripi, con cui, probabilmente, iniziò il culto della Vergine della Neve o della Grotta, sul Cervati.
Sanza fu possedimento di vari Signori tra cui i Sanseverino e, dal 1498, i conti Carafa di Policastro.
Nel Cinquecento si registrò una notevole ripresa demografica ed economica ma, nel Seicento, la situazione dell'abitato peggiorò. Nel Settecento la Terra di Sanza fu possedimento di Luigi Sanseverino, principe di Bisignano. L'abitato si arricchì di palazzi, portali e cappelle gentilizie.
Nel 1781 il principe di Bisignano vendette il feudo ai Picinni Leopardi di Buonabitacolo, ultimi signori di Sanza.
Il brigantaggio trovò nei boschi del Cervati e del Centaurino l'ambiente ideale per le sue prodezze: vi trovarono rifugio diverse bande, tra cui quella di Ciccotunno di Sanza, che fu sterminata nel 1861.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
Il territorio di Sanza è caratterizzato da due catene montuose: il Monte Cervati che, con i suoi 1898 mt è la cima più alta della regione, ed il gruppo Monte Centaurino, attraversato da numerosi corsi d’acqua, tutti affluenti del fiume Bussento.
Ancor prima della presenza lucana e romana, l'abitato di Sanza rivestì notevole importanza strategica e commerciale come passaggio lungo l'antica via del sale che collegava la costa col sud del Vallo di Diano.
Il popolo lucano dei Sontini, menzionati dal naturalista romano Plinio il Vecchio, induce a credere che l'abitato in epoca lucana e romana si chiamasse Sontia e che sorgesse in contrada Agno, dove in effetti sono venuti alla luce vasellame lucano e pietre tombali romane.
Nel Medioevo l'abitato si chiamò Sansa, ospitò una comunità di monaci nella grancia di S. Maria de Siripi, con cui, probabilmente, iniziò il culto della Vergine della Neve o della Grotta, sul Cervati.
Sanza fu possedimento di vari Signori tra cui i Sanseverino e, dal 1498, i conti Carafa di Policastro.
Nel Cinquecento si registrò una notevole ripresa demografica ed economica ma, nel Seicento, la situazione dell'abitato peggiorò. Nel Settecento la Terra di Sanza fu possedimento di Luigi Sanseverino, principe di Bisignano. L'abitato si arricchì di palazzi, portali e cappelle gentilizie.
Nel 1781 il principe di Bisignano vendette il feudo ai Picinni Leopardi di Buonabitacolo, ultimi signori di Sanza.
Il brigantaggio trovò nei boschi del Cervati e del Centaurino l'ambiente ideale per le sue prodezze: vi trovarono rifugio diverse bande, tra cui quella di Ciccotunno di Sanza, che fu sterminata nel 1861.
Tratto dalla guida "Viaggio tra le Meraviglie della Campania" - Annangelo Sacco Editore
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